Il Packaging Eco-Friendly di JB Rose Cosm-Ethic
Il termine packaging si riferisce all’involucro che protegge un prodotto, quindi la confezione a diretto contatto con il prodotto stesso, la plastica protettiva della confezione ed eventualmente le buste di trasporto di tutti questi elementi. Va da sé che rappresenta una parte molto importante e strategica per determinare il successo o l’insuccesso del prodotto stesso.
Negli anni di consumismo più sfrenato, stiamo parlando di un periodo più o meno compreso tra il 1980 circa e gli anni 2000, le strategie di vendita erano perlopiù definite come lineari: basate cioè sul concetto produzione – consumo – eliminazione secondo un ciclo estremamente breve e caro in termini economici ed ecologici.
Il maggiore interesse verso l’ambiente, nato da una più profonda consapevolezza dei danni causati dall’economia umana sul sistema naturale in generale, ha fatto sì che negli ultimi 15-20 anni si sviluppasse un modello economico chiamato circolare, basato cioè sul concetto di riutilizzo delle materie prime, dei prodotti finiti e anche delle confezioni, detto ancora più semplicemente: riduzione della dispersione delle risorse (basti vedere le bottiglie di vetro riciclabile, le confezioni di cartone compostabile, i pannolini di cotone lavabili e riutilizzabili).
Il concetto è semplice: riutilizzare in modi creativi e funzionali i diversi materiali, evitare sprechi inutili e quindi ridurre i costi di produzione e di impatto ambientale.
Questo può sembrare un discorso retorico ed eccessivo ma bisogna ricordare che in Europa si producono mediamente ogni anno qualcosa come 25 milioni di tonnellate di rifiuti plastici e che di questi soltanto il 30 % viene riciclato (cioè solo 7,5 milioni di tonnellate).
Stime ottimistiche calcolano che, sempre in Europa, tra le 150 mila e le 500 mila tonnellate di rifiuti vari vengono riversati così come sono (senza essere filtrati, recuperati o riciclati in alcun modo) in mari e oceani.
Per combattere sempre più efficacemente la piaga dei rifiuti, soprattutto per quanto riguarda gli scarti di plastica nell’ambiente, l’Unione Europea ha approvato un provvedimento legislativo (Direttiva UE 2019/904) che ha lo scopo di promuovere sistemi economici (e di conseguenza prodotti) sostenibili, riutilizzabili e non tossici, secondo la filosofia dell’approccio circolare di cui si scriveva prima.
La Commissione europea ha varato un piano per rendere tutti gli imballaggi riciclabili o comunque riutilizzabili entro il 2030. Per dimostrare l’interesse in questa direzione l’Unione Europea ha stanziato qualcosa come 100 milioni di euro per aumentare l’utilizzo corrente di materiali ecologici, sostenibili e atossici e potenziare i processi di filtraggio e riciclaggio dei materiali che in qualche modo rientrano nei cicli biologici.
Questo piano prevede anche misure di riduzione delle microplastiche (quelle che facilmente possono essere mangiate con il cibo), nuove tipologie di etichette delle plastiche biodegradabili, modalità di progressiva riduzione delle plastiche monouso e maggiore utilizzo di plastiche riciclate per i contenitori a contatto con il cibo.
Volendo riassumere la filosofia eco-friendly, sia per quanto riguarda il percorso di produzione che per i prodotti finiti, possiamo dire che deve:
• Essere semplice, essenziale, minimale
(la confezione deve proteggere il contenuto ed esaltare forme e funzioni)
• Essere strettamente su misura (possibilmente eliminare il più possibile spazi vuoti e non funzionali)
• Basarsi su materiali riciclabili
(ad esempio biodegradabili, compostabili, idrosolubili, commestibili, biologici)
• Presentare packaging riutilizzabile
(possibilmente non monouso ma riutilizzabile con altre funzioni)
L‘attenzione all’ambiente attuata da JBRose parte dalle cure ai singoli semi di rosa che vengono piantati rigorosamente a mano fino ad arrivare alla creazione delle confezioni che proteggeranno le preziose essenze.